Il capoluogo umbro è pieno di hotel, b&b, agriturismi e tutto quello che a un viaggiatore occorre per passare una buona notte e una buona veglia. Quindi, armatevi di taccuino, siti internet e altro per cercare un buon hotel nei pressi del centro della città (ma neanche tanto visto che il centro è fornito, dal lato est da bus e dal lato ovest dal famoso e ormai noto alla cronaca: minimetro, gentilmente ribattezzato da noi perugini, il macinino).
Dunque, Perugia ha una storia degna di nota, è vero. Principalmente la sua nascita viene fatta risalire su su nei secoli fino agli albori della civiltà etrusca e, se ne vogliamo trovare da subito un ricordo ci basta semplicemente trovarci in Piazza Grimana (partiremo da lì per questa visita alla città), sede della prestigiosa Università per Stranieri del capoluogo umbro ed alzare gli occhi sull’Arco Etrusco (appunto). Il fatto celebre è che, nonostante i secoli, e nonostante lo snodo stradale che ci passa a fianco (sfido io a trovare Piazza Grimana vuota a qualsiasi ora del giorno e della notte) l’Arco è ancora ben saldo sulle sue grandi pietre che, come storia ed architettura vogliono, riescono a mantenere la propria stabilità semplicemente grazie ad un superbo lavoro di incastro, senza un minimo di malta. Meraviglie della tecnica…e della storia. Ammirato l’Arco ci si trova subito di fronte ad un dilemma: proseguire all’interno dell’Arco, su su per via Ulisse Rocchi fino al centro storico, o passare per la strada? In entrambi i casi non resterete delusi. Per i più tenaci (ricordatevi che Perugia è un continuo sali e scendi) si apre la via di destra, che, seppur in salita, ha il merito di aprirsi sul più bel panorama di tetti della città: piccolo, ristretto ma carinissimo (un po’ di nebbia non guasta l’atmosfera di certo). Bene, siete sopra l’Acquedotto che dal 1254 ha rifornito il centro storico ed è uno dei luoghi ancora cari agli artigiani dell’acropoli.
Luogo magico a qualsiasi ora del giorno e dell’imbrunire le scalette del’acquedotto fanno da sfondo ad ottime foto ma badate bene di fare le scale piano piano, sembrano poche e ben agibili ma se partirete in quarta vi troverete ben presto a cercare di racimolare quanto più ossigeno possibile.
Per chi, invece, ha deciso la via dell’Arco, quella più ripida e rapida, ecco che, dopo una passeggiata si arriverà in centro, si costeggerà il duomo e, sulla destra, vi si aprirà di fronte uno dei più bei panorami della città: la Fontana Maggiore, Corso Vannucci e, appunto, la Cattedrale.
Percorrendo via Ulisse Rocchi i più attenti ricorderanno lo sfondo del luogo dove, per esigenze di fiction, è stata ricostruita la confetteria dove Luisa Spagnoli iniziò la sua attività con il reparto dedicato alla fabbricazione dei confetti e della cioccolata. In realtà il vero e proprio negozio di Luisa, o meglio, il suo laboratorio, si trova da un’altra parte (via Alessi) ma ci arriveremo camminando camminando.
Tornando alla cattedrale poi si noterà una particolarità: il suo crocifisso esterno. Vuole la storia, e non tanto la leggenda che, nel 1540 papa Paolo III impose ai perugini di acquistare il sale nelle saline pontificie. Fino a qui niente di strano perché Perugia faceva parte dello Stato Pontificio. Unico problema: il prezzo raddoppiato. I perugini non abbassarono la testa e per tutta risposta da Roma vennero inviati 9000 uomini. La guerra di due mesi vide Perugia cadere: le 70 torri della città vennero demolite – l’unica che resta è quella degli Sciri, in fondo a via dei Priori (anche questa, viuzza tortuosa che sbuca su Corso Vannucci a lato del Comune).
NpTC: Piccola parentesi, se percorrete fino in fondo via dei Priori, direzione San Francesco al Prato, vi troverete su via Curiosa, sulla sinistra della chiesa imboccate la stradina dal nome “agrario” , via del Lauro e vi troverete sempre tra le pieghe del cinema. Al numero 16 la Rai Fiction ha girato qui le scene della casa di Luisa e Annibale Spagnoli (che in realtà era proprio sopra la prima drogheria di Luisa, in via Alessi)
A quanto pare le porte etrusche caddero (escluso l’Arco), mentre veniva costruita la fortezza, la Rocca Paolina, a perenne ricordo della sottomissione di Perugia al papa. Sconfitti ma pur sempre fieri, i perugini (“il popolo più bellicoso che vi fusse in Italia” come diceva lo stesso papa Paolo III) – non panificarono mai più filoni di pane salato pur di non pagare le tasse al Papa…e lasciarono il crocifisso della Cattedrale fuori da questa. Popolo strano forse. E orgoglioso. Tanto orgoglioso da eleggere l’attuale piazza Matteotti (che si raggiunge percorrendo via Fani, la via sulla sinistra proprio di fronte al Comune) come piazza del Sopramuro e renderla testimone ogni anno della Battaglia omonima. Ora si può solo immaginare quella che, almeno fino al 1425, era la Giostra di Perugia. Immaginate che le case che la circondano verso ovest non ci siano e che l’attuale piazza si affacci fin da subito sulla stupenda spianata che ha come sfondo Assisi. Solo un parapetto a dividervi dalla parte bassa della città. E dei sassi che vi sfiorano continuamente il capo. Siete nel bel mezzo della Battaglia dei Sassi, una violenta sassaiola tra squadre di differenti rioni che durò per tutta l’età medievale. L’abolirono. Il motivo non necessita di spiegazione. Quello che invece resta del periodo è il metro, inciso sulla pietra, a fianco del portone d’ingresso dell’attuale Palazzo di Giustizia.
Imboccando la via in discesa che vi troverete sulla sinistra, via Alessi, percorretela fino all’incrocio sulla destra con via Angusta. Alzate gli occhi e vedrete questo:
E’ la prima sede della Perugina che aveva l’uscita del magazzino su via Alessi in una anonima discesa lungo la strada…
Poche cose riusciamo a notare noi perugini, è vero, come, di fatto, nonostante rappresenti l’emblema del passato commerciale della città medievale, pochi notano il metro del Palazzo di Giustizia o il cartiglio sopra un piccolo portoncino sopra via Oberdan. Per arrivarci percorrete a ritroso via Alessi, superate piazza Matteotti e prendete la strada in discesa sulla sinistra. Al numero 56 ora c’è la sede dell’Ufficio Tributi del comune di Perugia ma sulla porta di destra proprio sull’architrave c’è questa scritta: DM. Domus Misericordiae. L’antica ubicazione dell’ospedale di Perugia che fino al 1930 è stato ricovero per malati, indigenti, neonati abbandonati.
Se proseguite ancora in discesa troverete le ormai note e famose scalette di Sant’Ercolano dove fra l’altro nella fiction “Luisa Spagnoli” si narra l’incontro tra Luisa e il futuro marito Annibale (il fidanzamento, secondo la fiction, avverrebbe presso il parco di Villa Aureli, in via dei Cirenei, località Castel del Piano che, putroppo, è chiusa al pubblico a meno che non prenotiate una camera)
Vi consiglio di visitare la Chiesa di Sant’Ercolano ed andare fino alla Chiesa di San Pietro passando per Corso Cavour (la camminata non è tanto lunga e volendo potrete sempre fermarvi al Museo Archeologico dell’Umbria o fermarvi a dare uno sguardo all’interno del chiostro della Chiesa di San Domenico, all’incirca a metà strada). La particolarità di San Pietro è un buffo quanto strano quadro presente all’interno della chiesa: il Trionfo dell’Ordine dei Benedettini. La raffigurazione in sè è abbastanza anonima in quanto raffigura santi, papi, cardinali, vescovi e la maggioranza delle cariche ecclesiastiche conosciute che contornano San Benedetto da Norcia. E’ riconosciuta come la più grande tela del mondo e per essere grande è grande ma ha anche un’altra particolarità che si nota guardando il quadro verso l’altare maggiore. Le figure, bellissime e particolareggiate, che animano il quadro non rendono minimamente l’idea e l’immagine che si ha se si guarda la tela a grandi distanze:
La vedete anche voi? Una figura demoniaca sovrasta il tutto…brividi!
Ci sono altre due cose che a Perugia non si notano (o che i Perugini sono talmente abituati a vedere da non notare più): 1) l’ingresso del Pozzo Etrusco in piazza Danti è uno di questi. Se ritornate indietro verso l’acropoli, all’altezza della Fontana Maggiore sulla destra, in piazza Danti, esattamente al numero 18, noterete un piccolo pertugio coperto seguito da uno stretto cortile che conduce ai sotterranei di Palazzo Sorbello, una delle più antiche famiglie di Perugia. 37 metri di profondità e un diametro di 5,6 metri, percorribile grazie ad un geniale sistema di scale lo rende una delle più belle attrazioni della città. Consiglio spassionato: vestitevi quando lo visitate perchè di norma la temperatura all’interno scende sempre di due o tre gradi.
Apriamo una leggere parentesi prima di arrivare alla seconda cosa che i perugini non notano…vi consiglio di imboccare la strada in discesa che vedete sulla sinistra della Fontana Maggiore, la splendida via Maestà delle Volte che si chiama così proprio per le stupende volte che la adornano (non a caso è ripresa nella scena di apertura di “Luisa Spagnoli”) e di arrivare fino al Teatro Morlacchi che ha al suo interno uno splendido Caffè dove fermarsi a prendere qualcosa.
Ed ora torniamo ai luoghi che i perugini, avendoli davanti agli occhi tutti i giorni, dimenticano:
2) la stupenda vista che si ha del versante settentrionale umbro da via delle Prome, vicino alla Biblioteca Augusta, entrambe in zona Porta Sole.
Il gusto che si prova dopo una giornata di visita di percorrere quella via ed affacciarsi da quella terrazza valgono davvero i tanti sali e scendi perugini.
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