Vienna

Memories

HOTEL

Pension Mariahilf
Mariahilfer Str. 49
1060 Wien

Partendo dal presupposto che non so dove alloggerete non ho un punto di partenza da dove farvi partire, ma la cosa non mi turba affatto. Vienna è talmente bella che sarebbe difficile non trovare qualcosa da farvi vedere. Io alloggiavo al Pension Hotel Mariahilf (Mariahilfer Straße 49) un hotel proprio sulla strada che porta al quartiere dei musei. Carino, senza troppe pretese ma vi offre tutto quello che vi può servire! Poniamo il caso, dunque, che siate nella zona del Museumquartier (che di fatto è il posto più centrale di Vienna e la zona dei musei)…c’è di tutto e sotto Natale ci sono un sacco di mercatini! Propongo molto allegramente di andare a visitare entrambi i musei: il Kunsthistorisches Museum – Museo delle Belle Arti (Maria-Theresien-Platz) e il Naturhistorisches Museum – Museo di Storia Naturale (stesso indirizzo).

072Ma partiamo per gradi. Nel Kunsthistorisches Museum c’è di tutto. Fatto costruire dall’imperatore Francesco Giuseppe per ospitare le Collezioni imperiali, il Kunsthistorisches Museum con i suoi stupefacenti tesori d’arte è uno dei più importanti musei del mondo. I tesori d’arte realizzati durante cinque millenni, dall’Antico Egitto fino alla fine del XVIII secolo passando attraverso l’arte antica della Grecia, testimoniano la passione per il collezionismo degli imperatori e arciduchi della casa d’Asburgo. Dai quadri dell’Arcimboldo alla Saliera di Cellini, insomma! Ma ovviamente, se uno si perde è la fine! Quindi, ecco la mia personale guida di viaggio all’interno del museo.

Beh…prima di tutto entrate e fate il biglietto! Se le cose non sono cambiate a Vienna apre tutto alle 10 di mattina…quindi prendetevela comoda ma arrivate un po’ prima perché trovarsi di fronte una mega fila è un attimo! Salite le scale che vi trovate di fronte, ammirate il Teseo di Antonio Canova ed entrate nella collezione egizio-orientale e dell’arte antica. C’è un mondo! Se vi va cercate il Senatus Consultum de Baccanalibus! Io personalmente sono andata a cercarla per deformazione professionale visto che c’ho fatto la tesi! Dopo esservi ben ubriacati di mummie, statue e altro potete pure passare al secondo piano che, suddiviso in due ale, est e ovest, è dedicato rispettivamente alla pittura tedesca, olandese e fiamminga ed a quella italiana. Anche qui preparatevi alla Sindrome di Stendhal, tra Rubens, Durer, Vermel e Bruegel c’è da perderci una giornata intera. Per non parlare della parte italiana che con Tiziano, , Raffaello e Caravaggio che fanno la parte da gigante non vi annoierete di sicuro. Ah, non dimenticate i quadri di Tintoretto, del Canaletto, di Benozzo Gozzoli, di Antonello da Messina e di Giorgione.
Senza morire per lo spiedamento prendetevi due minuti per vedere questa benedetta Saliera del Cellini.
Ne vale davvero la pena!!!

E se ancora avere voglia di camminare propongo la collezione di Arte Antica (Antikensammlung)con la preziosissima Gemma Augustea e il Gabinetto Numismatico (Münzkabinett).

072Finita questa bella carrellata non vi resta che attraversare il piazzale, ammirare la statua in bronzo di Maria Teresa d’Austria, ed entrare nel Naturhistorisches Museum. Anche qui c’è qualsiasi cosa vogliate ammirare. Ma per non perderci un’eternità vi consiglio di andare sparati alla “Venere di Willendorf“, risalente a 25.000 anni fa. Bella e particolare. Volendo potete prendere la visita guidata “Sui tetti di Vienna” (ho controllato, è ancora attiva!). Oltre che poter vedere il museo in lungo e in largo e vedere delle vere e proprie chicche potrete arrivare fin sul tetto del museo stesso ed ammirare i tetti di Vienna. Fotonico!

083Fatta questa bella scorpacciata di musei, attraversate la strada direzione nord-est e dirigetevi verso l’Hofburg, il palazzo imperiale. Non sarà difficile individuarlo, dalla Heldenplatz vedrete un bel colonnato che si apre su una grande piazza a mezzaluna, quello che la circonda è l’Hofburg!

072Se avete voglia e tempo entrate nel Kunsthistorisches Museum Neue Burg, la nuova ala del museo aperta proprio sulla destra dell’Hofburg. C’è la più grande collezione di antichi strumenti musicali. Strumenti appartenuti a musicisti di
impareggiabile fama, tra i quali spiccano il violino di Leopold Mozart e il pianoforte di Clara e Robert Schumann. Ahhhhh, considerate che ci sono anche riproduzioni di strumenti originali che il visitatore può provare a suonare!!! Se non vi siete troppo stancati potete rifarvi con la camera della caccia e delle armature, piena di armature, armi, corazze etc etc…una di queste spade è appartenuta a Massimiliano II e una delle corazze al Re Ferdinando d’Aragona. Tornando alle “quisquiglie” c’è anche la parte relativa al Museo di Efeso con la storia degli scavi nella città tra il 1895 e il 1907.

072Uscite, attraversate il portico, sempre in direzione nord-est e andate verso la Camera Del Tesoro Imperiale situata nella parte medievale della Hofburg, lo Schweizerhof. Dal nome è presto detto quello che c’è dentro: un ricettacolo di bellezze appartenute negli anni agli tra cui la corona imperiale austriaca e il tesoro del Sacro Romano Impero con la magnifica corona regale. Numerose pietre preziose, tra le quali il più grande smeraldo mai tagliato al mondo e altri oggetti tra cui la famosa Lancia di Longino (quella che, secondo la storia, avrebbe colpito il costato di Gesù sulla croce), la coppa d’agata più grande al mondo (a lungo considerata il Santo Graal) e il corno del mitico unicorno. Da non perdere, poi, gli incantevoli gioielli delle imperatrici e principesse asburgiche, tra cui quattro spille-gioiello appartenute all’imperatrice Elisabetta (Sissi). Di Sissi, in realtà, ci sarebbe anche il museo, situato poco distante, ma per questo la decisione di vederlo o no resta a voi!!!
Ripassate i portici ed entrate in Michaelerplatz che, oltre ad avere un caratteristico e pungente odore di sterco di cavallo (perché ci posteggiano quasi tutte le carrozze della città) è anche il punto di ingresso al centro storico della capitale austriaca. Imboccate di fronte a voi Kohlmarkt e procedete dritti fino ad incrociare sulla destra Graben. Prendetela e fermatevi per la vostra prima tappa: Peterskirche. Una bella chiesa che vanta, tra i suoi fondatori persino Carlo Magno. Uscite sulla sinistra e seguite la fiumana di gente che vi accompagnerà. Siamo nel centro storico, stiamo per arrivare a Stephansplatz dove ha sede Stephansdom il duomo di Vienna. E qui mi inizio a sbizzarrire un po’! Prima storiella da raccontare:057

La pista da bowling sul duomo di Santo Stefano

“Fino ai giorni nostri si racconterà a Vienna della pista da bowling sulla torre di Santo Stefano. Una curiosità per niente facile da trovare ne’ in altre chiese, ne’ in altri luoghi.”

Il guardiano della torre di Santo Stefano, da una piccola stanzetta del suo appartamento, aveva costruito una pista per birilli, una pista da bowling quindi. A quanto pare, qui si divertiva a giocare alcuni giorni da solo, mentre la domenica mattina invitava alcuni dei suoi carissimi compagni di gioco. Come si potrà certamente immaginare, le stanze della torre non erano particolarmente lunghe – anche se, quando uno le cose le vuole, trova sempre un modo – quindi i compagni di gioco decisero di far passare la pallina tra i loro piedi, piegati a forma di arco. Una sera d’autunno, particolarmente divertente, rimase uno degli amici del guardiano sulla pista da gioco, perché non riusciva a smettere di divertirsi. Quest’ultimo era un tipo piuttosto scapestrato, e per di più un giocatore molto esperto, che riusciva a far cadere, con un solo colpo, tutti e nove i birilli. Il gioco provocava in lui un tale divertimento che egli, ogniqualvolta riusciva a fare centro, con le sue urla faceva stare in silenzio tutti gli altri. Non era ancora scoccata la mezzanotte, quando improvvisamente arrivò un piccolo uomo vestito color grigio cenere e si mise al lato della pista da gioco. Lo scapestrato lo vide ed ebbe cosí tanta paura che sbaglio il tiro per la prima volta nella sua vita. “Ma, devi proprio spaventarmi cosí, tu piccolo birillo di polvere che non sei altro!” Il piccolo uomo lo guardava fisso, con degli occhi neri pungenti e gli intimò di smettere di giocare subito. Era infatti già notte e presto sarebbe anche suonata la campanella, che avrebbe dovuto accompagnare il prete nel viatico, l’indomani mattina. “Eh, ma che vuoi? Per quella campanella lì dovrei smettere proprio ora? Scommettiamo che se tiro un ultima volta butto giú in un solo colpo i nove birilli e tu no? Stai un po’ a vedere, inizia tu.” L’inusuale ospite notturno accettò la sfida del giocatore e questi allora si prodigò tutto contento per sistemare tutti e nove i birilli. L’ometto prese uno dei birilli e lo buttò fuori dalla finestra. Allora sí, che mostrò la sua vera forma e si innalzò come uno scheletro gigantesco, con in mano una falce e una clessidra di vetro. Era la morte in persona, che ora chiamava a se’ il povero scapestrato. “L’hai voluto tu, ma ora lasciami disdire ciò che ho prima detto. Guarda un po’ riesco a prenderne nove, sebbene i birilli siano solo otto!” Allora tirò e caddero otto birilli all´unisono, insieme al corpo del poveretto. Fu ritrovato la mattina seguente e ogni notte appare sulla pista dei birilli del duomo di Santo Stefano. Ancora si lamenta, guaisce e cerca disperato il nono birillo perduto. “Se non riuscirò a trovare il nono birillo, la mia anima non troverà mai pace!”
Alcuni clementi visitatori però, per aiutarlo nella sua ricerca, decidono di aiutarlo e, giunti a Santo Stefano, gli dedicano un padrenostro, dando un colpetto sul legno del confessionale, appena finita la preghiera.”

Potete provarci…io l’ho fatto! Guardatevi la chiesa, uscite senza farvi bloccare da quei tipi vestiti di tutto punto che vi obbligano ad andare a vedere un concerto la sera stessa e fermatevi all’angolo tra il Graben e la Kärntner Str.. Proprio nella casa, all’angolo, c’è con un ceppo di legno ricoperto di chiodi, risalente al ‘500: la leggenda vuole che ogni apprendista fabbro giunto a Vienna conficcasse un chiodo in quel tronco. Anche se pare che anche in questo caso il diavolo ci abbia messo lo zampino. Pare che un giovane fabbro, volendo a tutti i costi costruire un lucchetto inapribile, abbia fatto un patto con il diavolo che, l’ha sì accontentato, ma prendendosi la sua anima. Da allora tutti i fabbri pare conficchino un chiodo nel tronco per ricordare a cosa porta la superbia dell’uomo. Con le spalle alla cattedrale, giratevi sulla sinistra e prendete Singerstrasse. Percorretela fino a che non incrociate sulla sinistra Blutgasse. NpTC: il quartiere della “Blutgasse” sulla omonima via che si trova proprio alle spalle del Duomo deve il suo nome deriva dalla leggenda dei Templari che qui furono trucidati tanto da riempire di sangue il piccolo vicolo. Ora si trovano atelier d’artisti e si notano le “Durchhäuser”, così denominate per i loro cortili comunicanti con passaggi che portano nelle vie retrostanti. Arrivate fino in fondo, girate a destra e imboccate Domgasse.

Al civico numero 5 troverete l’unico appartamento tra i tanti abitati a Vienna da Mozart rimasto in piedi sino ad oggi. Qui abitò dal 1784 al 1787 e compose l’opera “Le nozze di Figaro”. Dal 2006, quando è stata aperta al pubblico dopo un lungo restauro, la Mozarthaus è una tappa obbligata a Vienna. Vi tocca!!! Poco più a sud nella Rauhensteingasse al numero 8 il grande genio della musica ebbe la sua ultima dimora e qui morì nel 1791, la casa è stata demolita e al suo posto c’è il grande magazzino Steffl.

Presumo che ora abbiate fame!!! Per mangiare vi consiglio un bel localino che fa specialità italiane: la Trattoria Santo Stefano, ubicata in Dorotheergasse 3. Il che significa che da Domgasse dovete tornare all’altezza del duomo, rifare Graben al contrario ed imboccare la terza via sulla sinistra.

trattoria

E’ molto buona, prezzi modici e cucina italiana!!!! Buon appetito!!!

057 023083 035Rifocillati a dovere, uscite dal locale, girate a sinistra e percorrete Dorotheergasse fino all’incrocio con Plankengasse sulla sinistra. Oltre che gustarvi le vetrine degli antiquari della zona arriverete ben presto a Neuer Markt: la strada dove tutti i cartelli vi indicheranno sulla destra la famosa Kapuzinergruft, ovvero la Cripta dei Cappuccini, dove riposano tutti i regnanti asburgici (12 imperatori tra cui Francesco Giuseppe e suo figlio Rodolfo – quello di Mayerling per intenderci – e 17 imperatrici tra cui Maria Teresa e Sissi) . Vi avviso, è un insieme di catafalchi e tombe di bronzo ma il tutto ha un suo perché! Soprattutto se si pensa al rito asburgico richiesto agli imperatori per entrare che faceva più o meno cosi…

Dopo aver recitato le ultime orazioni nella piccola Kapuzinerkirche alla presenza soltanto dei più illustri esponenti del seguito, la bara, senza alcun seguito e preceduta soltanto dal ciambellano di corte, discendeva l’angusta scala che conduce alla cripta. Tutte le porte presenti lungo il percorso, all’avanzare del corteo, venivano man mano chiuse e sbarrate alle spalle del feretro, fino a che si giungeva alla porta d’ingresso della cripta che doveva essere rigorosamente chiusa e innanzi alla quale si osservava il più assoluto silenzio.

Il ciambellano, con molta decisione, bussava quindi alla porta dietro cui si trovava il priore dei cappuccini, il quale chiedeva in latino: “Chi è?”. Il ciambellano, con voce ferma e imperiosa, rispondeva elencando la lunga serie di titoli che spettavano di diritto al defunto Asburgo. Al termine dell’elenco, il priore replicava risoluto “noi non lo conosciamo”. Il ciambellano bussava una seconda volta, e alla domanda del priore annunciava la presenza di “Sua Maestà Imperiale”. Nuovamente il frate rispondeva “noi non lo conosciamo”. Dopo una breve pausa il ciambellano bussava ancora, questa volta lievemente. Il priore chiedeva per la terza volta: Chi è?'”. Risposta: Un povero e miserabile peccatore'”. Al che il priore apriva la porta e consentiva alle spoglie mortali dell’imperatore di accedere alla sua ultima dimora.

Della serie i soldi non fanno la felicità. A proposito di questo leggetevi anche questo articolo:

“La Neuer Markt, la piazza del Mercato Nuovo, è una delle più antiche di Vienna. Fu aperta nel XII secolo. Riesce a conservare alcuni edifici d’ epoca, tra i quali la Barockes Búrgerhaus, casa borghese barocca con facciata settecentesca, nota perché dal 1703 al 1782 fu sede dell’ unica società autorizzata a svolgere il servizio pubblico di portantine. Al numero 2 abitò dal 1792 al 1797 il compositore Joseph Haydn. Al centro un incanto barocco: la fontana della Provvidenza dell’ artista girovago Georg Raphael Donner (le statue in piombo vennero sostituite nel 1873 da copie in bronzo); sul lato occidentale ecco la Kapuzinerkirche, la Chiesa dei Cappuccini, intitolata a Santa Maria degli Angeli. La facciata è semplice, rifatta tra il 1930 e il ‘ 39 sulla base di vedute settecentesche; l’ edificio risale al 1622-32. L’ imperatore Ferdinando II lo scelse come luogo di esequie e sepoltura dei membri della casa imperiale. Qui si accede – sul lato sinistro, al 2 della Tegetthoffstrasse – alla Kaisergruft, nota come Cripta dei Cappuccini, complesso di ambienti sotterranei ampliato sino al 1909, che conserva sarcofagi e urne di poco meno di 150 Asburgo, tra cui 12 imperatori e 18 imperatrici. L’ unica estranea alla casata è la contessa Karoline von Fuchs Mollard, dama di compagnia e istitutrice di Maria Teresa. Nei sepolcri riposano i corpi imbalsamati, senza le viscere (si trovano nelle catacombe di Santo Stefano) e senza i cuori (custoditi nella cripta della chiesa degli Agostiniani). Ogni bara è posta secondo un particolare ordine, nulla è lasciato al caso. I segni, i simboli, i dettagli sono innumerevoli. Si direbbe che gli Asburgo si siano qui riuniti in una dimensione senza tempo, sulla quale veglia l’ intera storia. Impossibile comprendere tutto quello che i secoli hanno accumulato in questo cimitero di teste coronate, ma è certo che l’ occhio alla cripta d’ ingresso non riesce a evitare i sarcofagi di Leopoldo I e di Giuseppe I nati dai disegni di Johann Lucas von Hildebrandt. Il teschio con la corona del Sacro Romano Impero, particolare della tomba di Carlo VI realizzata da Balthasar Ferdinand Moll, posta a fianco delle due ricordate, fa rabbrividire: sembra un monito inviato dalla vanitas biblica o un atto di umiltà estrema. Quanto è stato scritto sui significati della corona? Da Plutarco ad Athanasius Kircher ci si perde. Certo, gli innumerevoli simbolismi nacquero sulle rive del Nilo prima di finire in questa cripta di Vienna. Si toglie lo sguardo ricordando le parole dell’ egittologo Georges Posener: le corone dei re e degli dei furono «grandi per i loro sortilegi» e venivano manipolate soltanto da iniziati, giacché «erano considerate come esseri carichi di potenza» (Dictionnaire de la civilization égyptienne, Hazan 1959, p. 170). Ci si accorge della dimensione esoterica del luogo quando, proseguendo, si entra nella Cripta di Maria Teresa, al centro della quale sovrasta il fastoso doppio sarcofago dell’ imperatrice e del consorte Francesco di Lorena, capolavoro di Moll. Il carattere della sovrana sembra voglia rimanere aggrappato ai resti e alle forme. E poi la magia si mostra quando si giunge al punto che tiene vivo continuamente il luogo, alla tomba più omaggiata della Kaisergruft: quella di Francesco Giuseppe. Semplicissima. È affiancata a destra dalla moglie Elisabetta di Baviera, l’ adorata Sissi, a sinistra dal figlio Rodolfo. La morte di questo arciduca, erede al trono dell’ Impero Austro-Ungarico, avvenuta apparentemente per suicidio nel 1889 (con l’ amante Maria Vetsera, nel casino di caccia di Mayerling), fece discutere e commosse il mondo. Qualcosa non si spiega: le spoglie di Francesco Giuseppe sono meta di pellegrinaggi continui, vengono sempre deposti fiori (soprattutto nei giorni vicini al genetliaco dell’ imperatore, il 18 agosto), si lasciano persino biglietti come accade nei cimiteri ebraici. Joseph Roth immortalò ne La marcia di Radetzky la fine del «suo» Franz Joseph facendogli mormorare: «Anche la guerra è un peccato». E ne La Cripta dei Cappuccini racconta la visita che von Trotta, dopo la sconfitta, sente di dover fare al luogo. Al frate che gli viene incontro e gli chiede cosa desideri, risponde: «Voglio visitare il sarcofago del mio imperatore Francesco Giuseppe». E quell’ altro: «Dio la benedica!». Un ulteriore dialogo che racchiude la magia della Kaisergruft è quello che avveniva a ogni tumulazione. Lo riassumiamo utilizzando il saggio di Vehse e Demmler, Memoirs of the Court Aristocracy and Diplomacy of Austria, (Kessinger Publishing, Whitefish, Montana 2004). Fa parte della complessa liturgia dei funerali, tramandatasi in modo pressoché uguale fino a Francesco Giuseppe (1916) e utilizzata anche per l’ ultima imperatrice, Zita (1989). La bara era posta dinanzi alla porta chiusa della Cripta. Il maestro delle cerimonie di corte bussava tre volte con il bastone e all’ interno rispondeva il padre guardiano: «Chi desidera entrare?». Con una formula di rito l’ altro rispondeva in tono solenne: «Sua maestà Apostolica!». In taluni casi erano aggiunte imprese e onorificenze. E il religioso: «Non lo conosco!». Di nuovo il cerimoniere ribatteva tre volte precisando che «Sua Altissima Maestà chiede di entrare»; ma, ancora una volta, la porta rimaneva chiusa mentre il frate replicava: «Non lo conosco!». Era a quel punto che il padre guardiano domandava: «Chi chiede l’ ingresso presso l’ Altissimo Iddio?». Il maestro di palazzo rispondeva: «Un povero peccatore». I battenti allora si aprivano e i religiosi recavano la bara al centro della cripta dalle basse volte. Il cerimoniere ora si rivolgeva con familiarità al padre guardiano e, senza tono ufficiale, chiedeva ancora: «Riconosci l’ imperatore?». Seguiva una risposta: «Si, lo riconosco. Qui sarà ben custodito». In questo angolo di Vienna si sfida il tempo. Marco Aurelio scrisse in A se stesso: «Tra poco avrai dimenticato tutto. Tra poco tutti ti avranno dimenticato». Gli imperatori asburgici lo sapevano, ma non si arresero. Decisero di affidare la loro memoria a una cripta, custodita dai teschi e dagli angeli”

 

Considerando che di sicuro si sarà fatta una certa vi butto là una cosa carinissima nella sua semplicità. Uscite dalla cripta, imboccate Tegetthoffstrasse e fatela tutta finché non vi troverete sulla sinistra il gigantesco perimetro dell’Hotel Sacher. E’ caro guasto se ci vuoi pernottare ma non tutti sanno che, invece, è decisamente carino il bar dell’hotel aperto a tutti che si trova all’angolo più lontano da voi: il Sacher Eck. 016

Qui potrete gustarvi in santa pace una vera e prelibata torta Sacher (io la adoro) condita da una cioccolata calda con panna, un succo o quello che volete! Se poi vi piacerà finire la serata in bellezza potrete sempre uscire dall’hotel, dirigervi verso la Wiener Opera che è proprio di fronte a voi e vedere la miriade di viennesi, con le più stupende mise, andare ad ascoltare l’opera.

sacher

Facciamo finta che non abbiate sonno… io qui vi scrivo tutto di continuo ma non necessariamente non dovete dormire!!!

023Se c’è una cosa bella di Vienna è il famoso Ring, ovvero il viale che circonda tutto il centro storico e che rappresentava nel periodo asburgico, il top del top. Potete tranquillamente decidere di vedervelo a piedi (e seguire le indicazioni sotto) anche se dopo un po’ sarete stanchi e per questo vi consiglio di prendere il Vienna Tram Ring.

A piedi:

Se arrivate alla stazione U-bahn Schottenring potete iniziare un percorso a piedi (o in tram, come vedremo dopo) partendo proprio dal primo viale, lo Schottering. Procedendo lasciandosi il Danubio alle spalle, troviamo sul lato sinistro la Borsa, terminata nel 1877 su progetto dell’architetto Hansen mentre poco distante, verso l’interno, meritano una visita la Schottenkirche, una bella chiesa barocca, e la “casa a cassettone” sulla piazza Freyung.

Tornando sul viale, a destra potete vedere la bellissima sagoma della Votivkirche (1879), costruita sul luogo dell’attentato (fallito) a Francesco Giuseppe nel 1853 e laddove la strada svolta e prende il nome di Dr-Karl-Lueger-Ring, l’Università di Vienna, fondata nel 1365 ma trasferitasi in questo edificio nel 1883. Di fianco il Rathaus-park, una delle zone più magiche della città: in stile neogotico, domina la prospicente piazza (teatro dei mercatini di Natale!!!!) il magnifico Neues Rathaus! Un consiglio: fate il giro della Ringstrasse di giorno ma andate a vedere il nuovo municipio di notte. Accanto c’è la sede del Parlamento austriaco, altra opera di Hansen del 1884.

Dall’altra parte del viale un altro piccolo capolavoro, il Burgtheater! Anche questo costruito alla fine del XIX secolo (aperto nel 1888) su progetto di Karl Von Hasenauer e Gottfried Semper. Se potete, assistete ad uno dei suoi spettacoli o informatevi sulle possibilità di visitarlo: la sala dell’Auditorium è affrescata dal Der Thespiskarren, opera di Klimt, e le grandi scalinate laterali valgono da soli il prezzo del biglietto.

Proseguiamo il giro entrando nel Burgring, il viale che delimita il quartiere dei musei.

083Il Viale prosegue poi nell’Opernring, su cui si affaccia sul lato sinistro la Staatoper, l’Opera di Stato inaugurata nel 1869 con il Don Giovanni di Mozart. Dopo questa sosta, possiamo riprendere il giro sul Karntner Ring (su cui si affaccia l’Hotel Imperial NpTC: famoso per la sua elegante sala da tè e per essere stato il quartier generale di Hitler) e poi imbocchiamo il lungo viale che nella prima parte prende il nome di Schubertring, poi di Parkring e infine di Stubenring, l’ultimo tratto della Ringstrasse che termina nella Julius-Raab Platz. Da segnalare sono soprattutto il grande Stadtpark, inaugurato nel 1862 (al suo interno numerose statue di artisti e musicisti, come quella di Strauss e Schubert) e il Mak, il Museo Austriaco delle Arti Applicate, risalente al 1871.

Forse 5,3 km vi sembrano troppi da fare a piedi…no problem: c’è sempre la soluzione tram. Il Vienna Ring Tram segue il percorso appena descritto con partenze ogni 30 minuti dalle 10 alle 18 circa di ogni giorno. A bordo dei vagoni gialli sono presenti degli schermi che forniscono informazioni e sono disponibili audioguide anche in lingua italiana. I biglietti sono acquistabili a bordo e costano 6 € per una corsa (durata 30′) e 9 € per quello valido per 24 ore (ideale se volete scendere e salire più volte).

Certo l’alternativa più economica è il biglietto singolo 1,80 €, prendere la linea 1 e poi la linea 2 per l’ultimo spezzone dell’anello ma a forza di cambiare vi perdereste il meglio di Vienna.

In ogni caso il mio consiglio spassionato è scendere quasi ad ogni fermata per visitare almeno alcuni dei monumenti descritti qui sopra e il vicino Hofburg.

NOTA BENE: Quando passerete davanti al Burgtheater e vi ci fermerete, vi consiglio di non risalire subito sul Vienna Ring Tram ma di continuare ed addentrarvi nel quartiere che sta proprio dietro il teatro: il quartiere ebraico di Vienna. Dal Burgtheater imboccate Teifalstrasse che è la seconda strada sulla sinistra che si irradia dal semicerchio che ha come centro il Burgtheater. Gustatevi anche qui la splendida architettura e uscite su Freyung, 057una buffa piazzetta che vi accoglierà con la Schottenkirche ovvero la chiesa di Nostra Signora degli Scozzesi che fu edificata nel 1155 per ospitare i monaci irlandesi che all’epoca erano chiamati “gli scozzesi” poiché l’Irlanda era la Nuova Scozia. Affidata a monaci benedettini e rimaneggiata in stile barocco vi si può venerare una antica e miracolosa immagine della Madonna.
Annesso alla chiesa troviamo un collegio, in cui hanno studiato importanti personaggi storici come il compositore Johann Strauss e Carlo I, l’ultimo imperatore d’Austria.
Non vi fate ingannare dallo scorrere placido delle giornate…nel passato, la piazza era un grande prato dove veniva issata la forca ed il nome “Freyung” è dovuto al diritto di rifugio che era concesso al complesso religioso, un po’ come il Quartiere del Tempio a Parigi. Proseguite sempre dritti fino a che, sulla vostra sinistra non si aprirà una piazza, la 057Judenplatz, ovvero la piazza principale del quartiere ebraico di Vienna. Da qui al Danubio si dipana uno dei quartieri ebraici per eccellenza della Mittleuropa. Nella piazza centrale vi consiglio di andare a vedere la chiesa: Am Hof e, ovviamente, fare un salto presso il memoriale della Shoah che vedete perché è in mezzo alla piazza e al museo. Da qui fatevi un giretto per il quartiere ebraico tenendo una direzione nordest.
Arriverete ben presto alla Stadttempel, la sinagoga di Vienna, situata in Seitenstettengasse 4 (dalla Judenplatz seguire Futterergasse, girare a destra su Wipplingerstrasse, poi sulla sinistra su Marc-Aurel-Strasse fino alla rotonda, prendere la scalinata di Sterngasse sulla sinistra, Judengasse sulla sinistra ed ecco la sinagoga sulla sinistra).

sinagoga

Ah…proprio dietro la sinagoga c’è l’Hard Rock Cafè, che come presumo sappiate è sempre uguale in tutte le città ma se volete prenderci qualcosa da bere io ve lo segnalo.046

Rifocillatevi e andate alla prima stazione metro disponibile che guarda caso è proprio sulle sponde del Danubio: Schwedenplatz. Prendete la linea U1, direzione Leopoldau e fermatevi a Praterstern, andiamo a divertirci al Prater!!!

023Il più grande parco di Vienna non è solo un parco…ma anche un luna park!!!! C’è qualsiasi attrazione vogliate! Ora, la sfortuna sta nel fatto che è aperto a pieno regime da marzo a ottobre ma qualche attrazione è aperta pure a dicembre quindi, se andate nel periodo invernale non è detto che troviate qualcosa di aperto ma… tentar non nuoce! Alla peggio farete un giro solo sulla ruota panoramica che, comunque, vale la pena!!!

Come vale la pena andare esattamente dall’altro lato della città a visitare il di Castello di Schönbrunn che prevede oltre al megagiro interno anche il mercatino proprio sulla corte interna…tante oggettistica bellissima!!! Contrariamente alle altre attrazioni locali Schönbrunn è aperto dalle 8.30. Alzatevi presto e andateci perché altrimenti passate la giornata in fila. Come biglietto prendete il Grand Tour che è un po’ carino ma vale la pena perché vedete praticamente tutto quello che c’è da vedere (qui sotto vi posto il tutto):

Grand Tour

Prezzi Validità: 15.03.2015 – 14.03.2016

Adulti € 15,90 | € 18,90 visite guidate

Castello di Schönbrunn

40 sale / 50 minuti

Benvenuti al Grand Tour del castello di Schönbrunn, che vi condurrà attraverso 40 sale degli appartamenti imperiali.

Come l’Imperial Tour, anche il Grand Tour ha inizio nell’ala occidentale del castello, e vi condurrà attraverso gli appartamenti dell’imperatore Francesco Giuseppe e dell’imperatrice Elisabetta, passando per il corpo centrale con i saloni delle feste e le sale di rappresentanza, nell’ala orientale del castello. Qui vedrete fra l’altro le preziose sale delle udienze di Maria Teresa e
Francesco Stefano di Lorena.

Visite guidate in tedesco e inglese (il costo aggiuntivo)
Scheda informativa gratuita

Dopo che vi sarete fatti questa bella scorpacciata non vi resta che fare un giro nel meraviglioso parco che oltre ad essere bellissimo è gigante. Potete decidere se farvelo a o tramite un bel trenino. Ovviamente arrivate fino alla Gloriette. Era il posto preferito da Maria Teresa d’Austria che era solita prenderci la sua cioccolata calda giornaliera!!! Oh dai, alla peggio, dopo la scarpinata c’è sempre il Caffè Gloriette dove prendere qualcosa!!! 046

Fate viaggiare...

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